L’8 Marzo è la giornata dedicata alla festa della donna. Si vendono mimose ai semafori e dai fiorai e i baci perugina spopolano.
Per tanto tempo ho vissuto questa festa ignara del vero significato e sopratutto del fatto per il quale fu istituita.
Da qualche anno i social raccontano che la festa derivi dalla morte delle operaie di un’industria tessile di New York nel 1908. Ma in realtà la festa fu istituita si nel 1908 negli Stati Uniti ma come giornata dedicata alla manifestazione per il voto alle donne e riproposta nel 1910 come giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Fin dall'inizio dei tempi la donna ha portato il mondo sulle sue spalle. La donna è il simbolo della vita, la creatrice di amore incondizionato. Una donna è allo stesso tempo leggera e potente, razionale e spirituale. Una donna nella sua essenza è un simbolo di forza e libertà. Senza la donne il mondo non sarebbe quello che è oggi.
Le donne sono le principali custodi di bambini e anziani in ogni paese del mondo. Studi internazionali addirittura dimostrano che quando l'economia e l'organizzazione politica di una società cambiano, le donne assumono un ruolo guida nell'aiutare la famiglia ad adattarsi a nuove realtà e sfide.
Le donne sono fondamentali per la prosperità di ogni singola comunità e quindi del mondo intero. La donna dà la vita.
La donna si occupa dell'alimentazione partendo dal "Cosa mangiamo oggi" all'occuparsi totalmente dell'agricoltura nei paesi sottosviluppati; si occupa dell'educazione dei bambini e della cura degli anziani; la donna calata nella sua parte femminile detiene la creatività, il potere di creare in maniera fluida e intuitiva ciò che vive.
Le donne sono al centro dello sviluppo economico dei paesi sottosviluppati.
“Dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna" scriveva Virginia Woolf, "Dotata animi mulier virum regit" ("Una donna dotata di coraggio (di spirito) sostiene (consiglia) il marito") dicevano i latini.
La donna centrata con sè stessa, con il suo essere Venere, Madre e anche un pò Strega, da sempre silenziosamente procede nella sua vita dipingendo con il suo cammino la strada per la sua famiglia.
La donna è madre, è accoglienza è vita.
Quando andai in Perù mi stupii di come la società fosse incentrata saldamente sulle donne: donne antiche con vestiti e drappi colorati che coltivano i campi o tessono meravigliose trame in lana di alpaca mentre tengono sulle spalle un bambino in fascia e controllano i lama che camminano al loro fianco; ma anche donne moderne che si vedono aprire tutte le porte che incontrano sul loro cammino da uomini disposte a servirle come fossero dee. Ho oltrepassato l'oceano per andare a respirare la donna.
La donna è come il fiore che rappresenta questa festa, la mimosa, un fiore povero, facile da trovare nelle campagna ma simbolo di sensibilità, delicatezza e femminilità per i suoi fiori morbidi e delicati, nonchè simbolo di forza, tenacia ed energia per la capacità della sua pianta di resistere a temperature molto fredde e per essere capace di resistere adirittura agli incendi.
La donna è questo: è sapere di potercela fare sempre senza bisogno di saperlo o di sentirselo dire, è credere nel proprio essere perfette così come si è, è riuscire ad essere felici senza cercare un riconoscimento che è già insito nel suo essere proprio una donna, è conoscere il proprio potere, la propria luce interiore che desidera diffondersi all'esterno, è non giudicare, non giudicarsi, amarsi e non porsi nemmeno il problema del contrario.
Purtroppo molte donne si sono spesso ritrovate a rifiutare il loro essere donna per qualche equazione sbagliata che portavano nel cuore:
donna = debolezza, stupidità, sbaglio, impotenza...
Io per prima rifiutai il mio essere donna e ci ho messo parecchi anni a integrarlo. Per me essere donna era uguale a debolezza, vulnerabilità e quindi pericolo per la mia sensibilità; essere donna era uguale anche a non poter fare nulla mentre essere uomo ti portava a poterti difendere e a poter avere maggiore libertà. Ma una donna che rifiuta il suo essere donna vivrà sempre nella mancanza di una parte che non ha voluto integrare con tutte le conseguenze che questo comporta.
Oggi sto facendo pace ogni giorno di più con il mio essere donna...e sensibile...e femminile...e vulnerabile...e me stessa.
Oggi mi regalo un mazzo di fiori da me a me perchè me li merito, perchè sono un grande donna, perchè sono grande nel mio piccolo, perchè sono speciale semplicemente perchè sono, perchè voglio fermarmi e dire "Io accetto la grande avventura di essere me stessa" (Simone De Beauvoir).
Hai voglia di farlo anche tu?