Negli ultimi anni stiamo assistendo a un fenomeno che credo sia ormai sotto gli occhi di tutti: una quotidiana esplosione di rabbia. Dappertutto. Per strada, sui social network, al centro commerciale, in famiglia, con gli amici…
Ogni momento è buono per arrabbiarsi. Anche se c’è rabbia è rabbia.
C’è la rabbia cieca che non vede più niente e nessuno davanti a sé e c’è quella leggermente più blanda. Ma finisce sempre allo stesso modo. Si litiga, ci si mangia la faccia, ci si manda poco cordialmente a quel paese e dopo un po’ ognuno per la sua strada. Insieme alla propria rabbia.
Perché non è che se urlo i più stupendi improperi che conosco a un ciclista che mi ha tagliato la strada, successivamente la rabbia inizierà a sciogliersi. Anzi!
Mi sarà salita l’adrenalina, forse mi batterà il cuore per un po’, magari mi tremeranno le mani perché…quanto avrei voluto appenderlo al cartello stradale che avevo accanto e poi…molto ma moooolto lentamente la rabbia scende, scende, scende e ritorna nella sua ampolla magica.
Un po’ come se fosse un vulcano: dopo l’eruzione la lava ritorna al suo posto.
Photo by GUILLE POZZI
Ma sempre lava è e sempre di un vulcano stiamo parlando. Ti ci ritrovi in questa descrizione? Ti senti un po’ vulcano anche tu?
Ma perché questa rabbia dilagante?
Diamo un'occhiata a tutti i fattori negativi che affliggono l'umanità oggi.
La persona media va a lavorare almeno cinque giorni la settimana, se non di più, solo per essere in grado di pagare tutte le spese che deve sostenere, che tra l'altro continuano ad aumentare costantemente.
Alcune persone hanno a che fare anche con lo stress casalingo, forse perché i bambini fanno cose che i loro genitori non avrebbero mai pensato di fare quando avevano la loro età, forse perché la vita coniugale risulta difficile, forse perché hanno messo le loro carriere prima di ogni altra cosa per così tanto tempo che ora, quando tornano a casa, il silenzio e la solitudine regna sovrano, forse perché cercano costantemente di essere perfetti e sono frustrati dal fatto che non tutti hanno la stessa mentalità o almeno non sono disposti a fare le cose nel modo che richiedono gli altri.
Nel corso degli anni il mondo è diventato così subdolo, cinico, vendicativo, riluttante, avaro…
Ma le persone vogliono veramente andare in giro a emettere e ascoltare vibrazioni arrabbiate? Probabilmente attualmente c'è talmente tanta energia negativa che può sembrare difficile tenerla a bada…
Ma non tutti sono arrabbiati per fortuna!
C’è chi l’energia negativa è riuscita a tramutarla in energia positiva. E sono sicura che puoi farlo anche tu!
Credo che si possa creare un aumento di felicità in chi ci circonda.
Coloro che vogliono vedere più felicità nel mondo possono iniziare a distribuire alcune tiepide pagliuzze d’amore tutte le volte che ne hanno l’opportunità.
Se vogliamo che le cose cambino possiamo fare qualcosa! Tutti!
Sorridiamo quotidianamente a un estraneo, a caso…al supermercato, in fila alle poste, passeggiando per la città, prestiamo un orecchio a qualcuno che ha bisogno di esprimersi e smettiamo di giudicare a piede libero chiunque ci capiti a tiro.
Ti sei mai chiesto per quale motivo giudichiamo?
Photo by PHILIPP PILZ
Se vedo una donna un po’ paffuta alla televisione e le appiccico un appellativo offensivo…può essere che io non mi sia mai permessa di essere fuori peso?
E quindi vado inconsapevolmente a colpire nell'altro ciò che ho sempre colpito in me stessa!
Se sono in macchina e il signore davanti a me fa un’inversione a U in curva…prima di agitare imprecazioni fuori dal finestrino potrei chiedermi se io mi sia permesso di fare una cosa del genere? E se la risposta dovesse essere no, possiamo chiederci…”Perché non mi sono mai permesso di fare una cosa così?”
Sono sempre stata una persona non rabbiosa, almeno così facevo credere, perché dentro di me ribollivo come una pentola a pressione pronta a esplodere contro il primo sfortunato di turno. Il più delle volte era la mia famiglia, altre volte un disgraziato “qualunque” che mi passava a tiro e che si permetteva di fare un qualcosa che mi mandava in escandescenza.
La realtà era che passavo le mie giornate a giudicarmi. Passavo le mie giornate a giudicarmi perchè non riuscivo ad essere perfetta così come mi ero ripromessa di essere. Pretendevo troppo da me.
Dovevo essere sempre perfetta e quando capitava di guardarmi allo specchio c’era sempre qualcosa che non andava: troppo grassa, troppo magra, troppo brufolosa, troppo stupida, troppo bassa, troppo sensibile, troppo tonta, troppo di tutto…ero sempre troppo di qualcosa…
Ma troppo…rispetto a chi? All’ideale che mi ero creata.
Non andava mai bene niente. Non andavo mai bene io!
Capisci perché se andavo semplicemente a sfiorare contro un minuscolo problema, esplodevo? Ero tesa come una corda di violino!
Io non mi ero mai permessa di essere fuori forma, di avere i brufoli, di avere dei capelli tenuti male…non mi ero mai permessa di sbagliare, di non rispettare una fila, di fare un’inversione a U…non mi ero mai permessa di essere me.
Quindi forse…è vero che c’è tanta rabbia ed è anche vero che viviamo in un sistema claudicante che fatica a funzionare.
Ma forse iniziando a riportare l’attenzione all’interno, iniziando ad ascoltarci, a chiederci che cosa non va e perché, iniziando a riprenderci la responsabilità della nostra vita…le tasse si pagheranno ancora ma magari qualcosa cambierà.
Non ci credi? Tentar non nuoce.
Se hai vissuto fino ad oggi così, invertire il pensiero non può fare peggio, tutt’al più, ancora una volta, non farà niente di nuovo.